La Scuola mette al centro la realizzazione dell’art. 3 della Costituzione, che afferma l’eguaglianza e la pari dignità di tutti i cittadini e aggiunge la necessità di rimuovere quegli ostacoli che di fatto non consentono il pieno sviluppo della persona limitandone la libertà e la partecipazione alla vita sociale, economica e politica del Paese.
Più di quaranta anni fa la Legge 517 che nel 1977 affrontava il tema dell’inclusione, ponendo la questione dell’uguaglianza delle opportunità al centro dell’attenzione e della progettazione delle attività educative e didattiche. La scuola deve occuparsi di tutti gli studenti, dando a ognuno la possibilità di sviluppare al massimo le proprie capacità mediante la messa in atto di strategie didattiche adeguate e nel corso degli anni diverse leggi hanno sviluppato questi temi.
La legge 53 del 2003, nell’art.1 si propone di “favorire la crescita e la valorizzazione della persona umana, nel rispetto dei ritmi dell’età evolutiva, delle differenze e dell’identità di ciascuno e delle scelte educative della famiglia, nel quadro della cooperazione tra scuola e genitori, in coerenza con il principio di autonomia delle istituzioni scolastiche e secondo i principi sanciti dalla Costituzione”.
In questo solco si inserisce l’art. 1 del decreto legislativo 66 del 2017 che definisce l’inclusione scolastica:
a) riguarda le bambine e i bambini, le alunne e gli alunni, le studentesse e gli studenti, risponde ai differenti bisogni educativi e si realizza attraverso strategie educative e didattiche finalizzate allo sviluppo delle potenzialità di ciascuno nel rispetto del diritto all’autodeterminazione e all’accomodamento ragionevole, nella prospettiva della migliore qualità di vita;
b) si realizza nell’identità culturale, educativa, progettuale, nell’organizzazione e nel curricolo delle istituzioni scolastiche, nonché attraverso la definizione e la condivisione del progetto individuale fra scuole, famiglie e altri soggetti, pubblici e privati, operanti sul territorio;
c) è impegno fondamentale di tutte le componenti della comunità scolastica le quali, nell’ambito degli specifici ruoli e responsabilità, concorrono ad assicurare il successo formativo delle bambine e dei bambini, delle alunne e degli alunni, delle studentesse e degli studenti.
Il Piano Triennale dell’offerta formativa della nostra scuola si pone tra gli obiettivi l’ inclusione di tutti nel processo di apprendimento.
Per raggiungere tale obiettivo la scuola:
- sostiene, ove necessario, l’apprendimento mediante l’attivazione di percorsi educativi individuali e/o personalizzati;
- promuove la progettualità inclusiva nei curricoli delle diverse discipline, nelle attività didattiche integrative, nelle realizzazione di progetti scolastici ed extrascolastici;
- si adopera per rimuovere i limiti e le barriere che ostacolano i diversi stili, forme e processi di apprendimento, l’integrazione e la partecipazione attiva;
- attua azioni di supporto e monitoraggio dei percorsi formativi sia individuali, sia collettivi e dei contesti ambientali.
Vi sono due principi presenti nel Decreto legislativo n. 66/17 che devono guidare le scelte della scuola in una logica inclusiva, ossia l’AUTODETERMINAZIONE, la possibilità di scelta, e l’ACCOMODAMENTO RAGIONEVOLE. La convenzione O.N.U. per i diritti delle persone con disabilità, ratificata in Italia con Legge n°19 del 2009, definisce (art.2) l’accomodamento ragionevole come un insieme “delle modifiche e degli adattamenti necessari e appropriati che non impongano un onere sproporzionato o eccessivo, adottati ove ve ne sia necessità in casi particolari, per garantire alle persone con disabilità il godimento e l’esercizio, su base di uguaglianza con gli altri, di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali”
Questi principi sono alla base della progettazione di un curricolo inclusivo: una progettazione aperta e flessibile di qualsiasi intervento formativo e per qualunque studente, contrastando da subito eventuali barriere mentali, sociali e culturali che limitano, di fatto, la reale applicazione dei diritti fondamentali di ogni persona.
Una progettazione che coinvolga tutti: il consiglio di classe, la classe, i genitori della classe, il personale della scuola, la scuola con i suoi ambienti.
Per superare le barriere e implementare i facilitatori e utilizzare la logica funzionale che propone l’attuale normativa, ovvero quella bio-psico-sociale dell’ICF.
In questa logica la DISABILITA’ è il risultato di un’interazione negativa tra la persona e l’ambiente, non considera la menomazione ma la salute; non la disabilità ma le potenzialità residuali, l’attività e la partecipazione, ponendo le premesse per il superamento di un’interpretazione di handicap solo alla luce del limite.
Garantire l’inclusione a scuola significa quindi rispondere ai bisogni educativi originati da situazioni anche transitorie che intervengano nella relazione tra gli studenti e l’ambiente scolastico ma anche sociali, che hanno conseguenze sullo sviluppo degli apprendimenti cognitivi, relazionali e sociali, determinando un funzionamento problematico. Per questo la scuola utilizza tutti gli strumenti di progettazione per stabilire strategie, percorsi e modalità all’interno di piani educativi, PEI (Piano Educativo Individualizzato) per gli studenti con certificazione a norma della Legge 104/1992, PdP (Piano didattico Personalizzato) per gli studenti con Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA) o per studenti con situazioni che, anche temporaneamente, possano essere cause di difficoltà di apprendimento.